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la newsletter di doppiozero · 23 ottobre 2017

 

Questa settimana apre la newsletter Giovanna Zoboli riflettendo sul tema del "bambino interiore" e domandandosi cosa possa voler dire questa attenzione all'infanzia da parte di un mondo adulto così in crisi.

Perché scaviamo buche? Marco Belpolti osserva questo movimento delle mani: scavare per andare a fondo nella terra, cercando chissà che cosa. 

Mauro Portello scrive della cattiveria consustanziale alla vecchiaia, tanto più in un mondo dominato da solidarietà negativa. Ma è davvero l'unica via? Come accogliere con gratitudine l'età in cui i "possibili" sembrano così pochi?

Infine Italo Calvino: Mario Barenghi racconta di Cosimo e dello scrittore, della decisione di salire sull'elce e della sofferta scelta di non rinnovare la tessera del PCI.


Buona lettura!

 
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Cosa cercano gli adulti nei bambini?

Giovanna Zoboli

L’edizione Torino Spiritualità 2017 appena conclusasi ha avuto come titolo Piccolo me. Restare o diventare bambini. Quest’estate mi sono trovata a riflettere spesso sul tema del cosiddetto ‘bambino interiore’, e dunque tale scelta è stata per me una conferma: come mi capita di notare da qualche tempo, mai come oggi questa figura è diventata, oltre che oggetto di studio, una presenza che ricorre nel linguaggio comune, offrendosi come certezza, dato acquisito. »

 
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Scavare buche

Marco Belpolti

 

Avete mai provato a scavare una buca? La risposta ovviamente è: Certo! Chi non l’ha fatto, almeno da bambino? Mettere le mani nella sabbia e scavare un buco, per poi accumulare l’arena ed erigere una montagna, una piramide, un castello, lì accanto. L’umanità stessa nella sua infanzia ha scavato. »

 
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Vecchi cattivi

Mauro Portello

 

I vecchi cattivi a volte sono anche simpatici, specie quando hanno la faccia tosta di fare certe spettacolari piazzate nelle quali, esprimendo quello che tutti di solito per pudore teniamo dentro, osano affrontare impiegati e commessi maleducati o medici antipatici, e lo fanno con la totale mancanza di senso del pericolo di un bambino che si mette sulle rotaie a fermare il treno. »

 
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Il Barone Rampante duecentocinquant’anni dopo 


Mario Barenghi

Nel 2017 cade il 250° anniversario dell’evento che segna la svolta nella vita d’uno dei più famosi personaggi della letteratura italiana del Novecento. «Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come se fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d’Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del prato». »

 
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