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la newsletter di doppiozero · 22 giugno 2018

 

Carmen Pellegrino e Anna Stefi aprono la newsletter di questa settimana interrogandosi su slogan, tweet e una propaganda che impedisce il discorso e dimentica la storia: è contro i rom che si è perpetrata l’unica altra persecuzione, in epoca nazi-fascista, dettata da motivazioni razziali. Il sostegno di Doppiozero al progetto Jazzi continua: presentiamo un nuovo progetto dell'associazione, l’installazione Voce a Vento, alle pendici del Monte Bulgheria, visibile a tutti a partire da domani, 23 giugno 2018. Antonio Prete pone al centro la parola ospitalità, parola di dieci lettere, ciascuna da proteggere "poiché dappertutto, intorno, c’è l’inferno, il sangue, la morte”. Infine Alberto Saibene: non si smette di parlare di Olivetti.


Buona lettura!

Carmen Pellegrino, Anna Stefi

Non si sono oscurate d’improvviso le luci del cielo, né per le strade si sono levate barricate. La storia e lo sguardo retrospettivo consentono di vedere con chiarezza i fenomeni, stabiliscono gli inizi, il decorso, la durata. Rintracciano le radici. Forse dovremmo, con coraggio, provare a fare uno sforzo di immaginazione: proiettarci un poco più in là e guardare al nostro tempo. »

La redazione

 

L'Associazione Jazzi tra le sue principali finalità ha l'obiettivo di favorire un nuovo modo di abitare la Natura attraverso un programma di valorizzazione e narrazione del patrimonio ambientale, materiale e immateriale, che nello specifico ha riguarda l’area di Licusati (Camerota) a ovest del Monte Bulgheria, all'interno del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (Salerno), ma potrebbe costituire un modello anche per altre aree del nostro territorio, ciascuna secondo le proprie peculiarità. »

Antonio Prete

 

Ci sono alcune parole che nel nostro tempo, e in particolare nei nostri giorni, sono offese. O straziate. Perché svuotate di senso, respinte nell’insignificanza, rinviate a quella coscienza dell’umano ritenuta puro orpello di anime belle. Parole ritenute altro dalla politica. »

Alberto Saibene

Non si smette di parlare di Olivetti. Libri, mostre, le palinodie di Carlo De Benedetti che non si rassegna a passare alla storia come il cattivo che ha cancellato quello che oggi appare un sogno: un modello di impresa che pratica la responsabilità sociale, che inventa uno stile italiano diffuso in tutto il mondo, che innova, con un po’ di fortuna, la tecnologia delle macchine da ufficio e approda all’elettronica. »

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